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Questa serie si articola in 3 sottoserie ognuna delle quali rappresenta modalità e approcci differenti ad un strumento comunicativo che Lea Melandri predilige come efficace dispositivo di espressione e azione politica.

La prima sottoserie, "Quaderni di Appunti" quaderni, blocchi notes e agende in cui vengono annotate, a partire dal 1964, le attività e le esperienze che Melandri attraverserà in un arco temporale di 28 anni. In questi 10 faldoni, sono quindi rintracciabili dagli aspetti amministrativi e pratici che a tali esperienze di pensiero/azione si collegano alla più ampia produzione di pensiero che da quelle sono scaturite. I quaderni sono infatti pieni di narrazioni, ma anche verbali e ipotesi fattive, in relazione, ad esempio, alla realizzazione di un numero di una delle riviste di cui è stata redattrice -come Lapis-; o anche dello sviluppo di piani e programmi di lavoro legati all'insegnamento nella scuola pubblica prima e nell'ambito di quelli che abbiamo definito "I corsi delle donne" poi. Ma gli stessi quaderni sono altresì pieni di riflessioni, studi, ricerche, approfondimenti e intrecci: sono strutture di pensiero che si sviluppano visibilmente, prendendo corpo attraverso una metodologia di analisi e di lavoro del tutto singolare, quella che è alla base, insieme all'esperienza diretta dell'incontro con altre donne, del suo processo creativo. Mi riferisco in particolare a quella modalità di "rilettura", come lei stessa spesso l'ha spesso definita, che è l'incipit del processo di scrittura di Melandri. La parte più consistente dei frammenti che emergono durante questo processo è quella che sta alla base della stesura della sua opera più famosa, ovvero "Come nasce il sogno d'amore".

Vai al dettaglio: Quaderni di appunti

La seconda sottoserie è quella dei "Manoscritti e i dattiloscritti" (1978-1992), conservati in 3 faldoni. Melandri scrive ovunque e copiosamente: su fogli di quaderno, ma anche su pezzi di carta improvvisati o trovati per caso. Per questo motivo, soprattutto per quanto riguarda i manoscritti, non è sempre definibile il contesto, né l'argomento e neppure l'ambito in cui schizzi e appunti sono stati presi. Solo in rari casi si tratta di precise occasioni: la presentazione di un suo lavoro, un intervento che si accingerà a fare da lì a poche ore, oppure una suggestione che, una volta annotata su carta in qualche riga, potrebbe successivamente ampliarsi, essere ripresa e magari trasformarsi in un articolo o in una relazione o anche nel corpo di un libro. Sono qui raccolte le presentazioni di alcuni dei suoi libri, come ad esempio "Come nasce il sogno d'amore" e "Dal movimento femminista al femminismo diffuso", a cui a collaborato in quanto curatrice delle collezione "Letture d'archivio"; alcune bozze e materiali di vario genere come le riletture di autrici come la Aleramo e la Woolf, numerosi manoscritti di riflessione, analisi e approfondimento relativi alla metodologia politica del femminismo degli anni Settanta. Rappresentano una sorta di ponte che Melandri continua a costruire e mantenere con le nuove generazioni di donne i dattiloscritti, ovvero le bozze e i materiali relativi alla pubblicazione dei libri, tutti editi, scritti dalla Melandri, nello specifico sono qui presenti quelli relativi a: "La mappa del cuore" che raccoglie le lettere arrivate alla rubrica "Inquietudini", da lei tenuta all'interno della rivista "Ragazza IN" e "Migliaia di foglietti", basato su un'altra rubrica dal titolo "Le periferie della memoria" all'interno del settimanale "Noi Donne". Consistente e senza dubbio interessante è anche la raccolta di ritagli a stampa in cui è documentato l'effetto e l'impatto concreto delle pubblicazioni della Melandri sul grande pubblico: la rassegna stampa relativa alla pubblicazione, presentazione e diffusione di "Come nasce il sogno d'amore" ne è appunto un esempio.

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La terza e ultima sottoserie "Articoli, collaborazioni e interviste" (1984-2004), 2 faldoni, è strettamente legata alla precedente in quanto spesso la genesi degli stessi, è rintracciabile da un manoscritto così come da qualche appunto sparso. Le collaborazioni vanno, come abbiamo già detto poco sopra, dalla gestione di rubriche all'interno di riviste femminili (ovvero "Inquietudini" all'interno della rivista "Ragazza IN" e "Le periferie della memoria" in "Io Donna"), alla stesura di articoli che saranno poi pubblicati su quotidiani a diffusione nazionale, come "Il Manifesto" e "Liberazione", o anche all'interno della riviste da lei stessa redatte come "Lapis" e "Fluttuaria". Gli argomenti che vengono trattati nei pezzi, sono uno spaccato di critica femminista in relazione agli avvenimenti e ai fatti che si sviluppano nella società civile così come nella politica nazionale e internazionale. Nelle interviste, Melandri si racconta a donne con cui ha già, o con cui instaurerà, relazioni significative in termini politici e affettivi, coerentemente con la centralità della relazione all'interno della pratica politica femminista, che si aggiunge all' innata predisposizione di Melandri al contatto umano. E proprio attraverso il racconto di sé si intrecciano i fili e i passaggi che legano l'autrice stessa al movimento delle donne in Italia, in questo senso basti dire che l'intervista più recente contenuta nell'archivio, datata appunto 2004, si intitola: "A colloquio con Lea Melandri, memoria storica del femminismo".

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